martedì 6 maggio 2014

Cartolina eclettica: l'arte del Concilio Vaticano II.



Bentornati, carissimi amici. Chi vi scrive oggi sottopone alla vostra attenzione un nuovo tipo di intervento: la "cartolina eclettica". Non essendogli possibile, infatti, scrivere interventi troppo lunghi a causa degli impegni universitari, la forma breve per esprimere il suo pensiero risulta la più desiderabile.
L'autore di questo blog sceglie di cominciare con un tema tanto spinoso quanto, apparentemente, irrilevante: le modifiche apportate ai luoghi di culto cattolici dopo l'ultimo concilio, il Vaticano II.

Il presbiterio di San Tommaso Moro.
"Il Concilio Vaticano II è stato il 1789 della Chiesa!" Così affermava con soddisfazione il cardinale Suenens, che di questo Concilio fu uno dei massimi campioni.
Non interessa a noi, tuttavia, discernere se egli affermasse o meno il vero a livello dottrinale. Simili argomenti devono essere lasciati, per onestà, ai teologi.
Ciò che invece può incuriosirci è verificare se questa affermazione abbia o meno una fondatezza a livello materiale, quindi artistico. A tale proposito giunge particolarmente opportuno il presbiterio della chiesa sanlorenzina di San Tommaso Moro.

Osservandolo con occhi quanto più possibile virginei notiamo che nulla c'è di strano: l'altare è a mensa, con i fiori, il presbiterio è collegato agevolmente alla navata, il leggio con il suo telo è presente naturalmente tra la zona dei sacerdoti e quella dei fedeli (chi non ha presente la possibilità, diventata regola, per i laici di leggere l'Epistola di san Paolo?) e dietro c'è il vecchio altare, in secondo piano di nome e di fatto.
Il sospetto inizia a coglierci quando confrontiamo l'edificio con la chiesa di Trinità dei Pellegrini, officiata dalla "tradizionalista" Fraternità Sacerdotale San Pietro.
Notiamo che qui l'altare a mensa manca, il presbiterio è separato e reso formalmente inaccessibile ai laici da una balaustra, usata per ricevere la Santa Eucarestia in ginocchio, non c'è alcun leggio e l'unico altare è decorato molto sontuosamente (è la ricorrenza del Santo Nome di Gesù).
Cosa è accaduto?
Per capirlo giova andare alla chiesa anglicana di San Paolo entro le mura.
Come nella chiesa di San Tommaso Moro notiamo l'assenza della balaustra, l'altare a mensa, la presenza del leggio (qui sono addirittura due!). Anche qui manca il Tabernacolo, che invece a Trinità dei Pellegrini è al centro dell'altare ed è fronteggiato dal sacerdote celebrante: e se c'è (non sono praticissimo di quel luogo di culto) è in totale irrilevanza... del resto gli Anglicani non credono nella Transustanziazione come i cattolici, quindi la necessità di un luogo dove Cristo sia realmente presente è decisamente limitata solo alla High Church, che non a caso è assai prossima a quella cattolica nelle convinzioni e nei riti e ha regalato alla Chiesa Cattolica san John Henry Newman.
Anche qui sono presenti i fiori quali unica decorazione dell'altare.

Ancor più straniante è il confronto con questa stampa, raffigurante una celebrazione in un tempio calvinista. I figli spirituali di Giovanni Calvino negano completamente, a quanto mi risulta, la Transustanziazione e infatti non esiste il Tabernacolo; l'altare è poi una semplice tavola e l'unica rilevanza è data alla tribuna del predicatore e al leggio con la Parola di Dio.

Chiunque, dopo aver visto queste due immagini (ma tante altre ce ne sarebbero!), si domanderebbe con un certo stupore cosa sia successo alla Chiesa cattolica, che da Exurge Domine al 1963 aveva considerato i Protestanti come eretici destinati all'inferno, prendendo da loro le più estreme distanze, come dimostra questo gruppo scultoreo dal Gesù di piazza del Gesù a Roma, raffigurante la Religione cristiana che vince le eresie.
Il Concilio Vaticano II (http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19641121_unitatis-redintegratio_it.html), per la prima volta, aveva impostato come problema grave la riunificazione delle varie confessioni cristiane, proponendo un incontro "a metà strada".
Non a caso, già nel 1965 monsignor Annibale Bugnini, il vescovo padre della Messa in lingua corrente, aveva espresso sull'Osservatore Romano il "desiderio di scartare ogni pietra che potesse costituire anche solo l'ombra di un rischio di inciampo o di dispiacere per i fratelli separati" ("La documentation catholique, n. 1445 (1965), col. 604) dalla liturgia. Per questo motivo quando Paolo VI volle riformare ulteriormente la liturgia, nel 1970, vennero chiamati a collaborare con Bugnini dei teologi protestanti, i quali sembra partecipassero attivamente.

L'innovazione non toccò semplicemente la liturgia: giacché le chiese erano largamente adattate al Concilio di Trento, che le voleva come dei "catechismi in pietra" ed era stato convocato in funzione antiprotestante, occorreva adattarle alla partecipazione attiva del popolo e all'innovazione della concelebrazione, che però c'era dal 1965.
Vennero pertanto rasi al suolo gli altari laterali nelle chiese più moderne o non vi si celebrò più e vennero de facto sconsacrati giacché c'era un'unica concelebrazione (è obbligo del sacerdote celebrare ogni giorno una Messa); con loro vennero meno le balaustre tra presbiterio e navata e l'altare venne distaccato e il vecchio venne o distrutto o abbandonato; il Tabernacolo, infine, rimase o dove era sempre stato, o venne messo a lato dell'altare o venne messo in un'altra cappella, a volte molto lontano dall'altare, o nella cripta.
Nell'affermare questo siamo supportati dall'Ordinamento del Messale Romano del 1970, modificato al 1983, che potete leggere qui:  http://www.maranatha.it/MobileEdition/T01-Ordmessale/b1/5page.htm

A San Tommaso Moro cosa è accaduto? Il Tabernacolo è stato spostato nella cappellina a destra dell'altare, tralasciando la precedente Cappella della Reposizione, ove si spostava al Giovedì Santo.
Probabile Cappella della Reposizione.
La balaustra è stata distrutta è un pezzo è stato salvato per farci l'altare e un altro per fare da supporto a una statua della Vergine nella navata sinistra.

Quando ho sottoposto a un amico frate i miei dubbi su questo stile liturgico, che sono di natura essenzialmente artistica (se un architetto aveva pensato la sua chiesa secondo un certo equilibrio di forme, perché andarle a modificare?), egli mi ha spiegato che l'intento era di porre l'attenzione del fedele esclusivamente sull'azione liturgica. In un certo senso ha ragione: con l'altare rivolto al popolo il sacerdote, se il Tabernacolo fosse rimasto nella sua locazione originale, avrebbe dato le spalle a Gesù in persona e il fedele avrebbe senz'altro smarrito la sua attenzione tra Cristo-nel-Tabernacolo e Cristo-nell'Ostia-della-Messa.

Conclusione.
Al di là delle implicazioni teologiche, che non sono di nostro interesse, gli adeguamenti conciliari risultano particolarmente invasivi e finiscono per mutare profondamente il senso architettonico originale delle chiese, non senza qualche eccesso, come per esempio nel presbiterio della Chiesa di Ognissanti.
Architettonicamente risulta molto difficile poter parlare di continuità con il passato in casi come quello di San Tommaso Moro o di Ognissanti, anche se l'adeguamento liturgico della prima chiesa non è stato poi così estremo: le chiese così rinnovate saranno pure "nobilmente semplici", ma comunicano una sensazione di forte squilibrio proporzionale e spaziale.
Se i teologi si preoccupano delle problematiche legate alle presunte ambiguità dell'ultimo concilio cattolico, noi non possiamo non domandarci come sia possibile che la Chiesa sostenitrice di Michelangelo e Raffaello possa peccare così clamorosamente di cattivo gusto cinquecento anni dopo.

So bene che quanto ho riportato risulta, in mancanza di foto, difficilmente comprensibile e credibile. Mi si conceda allora di citare il caso del presbiterio di Ognissanti sulla via Appia Nuova.
In questa foto osserviamo la prima Messa celebrata in italiano nel 1965, da Paolo VI in persona.
Come avevo già scritto, questa chiesa è un gioiellino neoromanico dell'epoca di san Pio X e quindi la zona presbiterale, come si può notare in questa immagine, rispecchia particolarmente la natura eclettica dell'epoca.
Si noti comunque che il Tabernacolo già è stato tolto e il nuovo altare: anche se la Messa è ancora, formalmente, "tridentina", la separazione tra fedeli e sacerdote è venuta meno, l'altare è a mensa ed è vuoto, in puro legno, così come il leggio, che finalmente appare, in legno pure lui.
Possiamo però notare ancora una certa fastosità "tridentina", giacché i cristiani a Dio hanno sempre tributato solo il meglio, persino san Francesco.
Questa è la chiesa oggi
Tutto quello che c'era prima è stato raso al suolo: al suo posto un altare-mensa in quello che sembra cemento armato, le sedie-trono (notare la foggia "cornuta") per il celebrante e i concelebranti, un leggio a colonna mozzata. Il crocefissino dell'altare del 1965 è ora più grande e sopraelevato.
Alla piacevolezza dei materiali come il travertino, il ferro e la stoffa (e persino il legno) si è sostituita la freddezza del materiale pietroso grigetto e la nobile semplicità ricorda molto di più una nullificazione.
Sono sorpreso che un simile adeguamento sia stato permesso... Mi è stato addirittura raccontato che prima Ognissanti aveva, se ben ricordo, quattordici altari laterali, essendo chiesa di un ordine con tanti consacrati: oggi sono scomparsi e rimane solo il gruppo dell'Addolorata, dono di san Pio X.
Autore di questo adeguamento negli anni Ottanta monsignor Andrea Gemma.

A volte l'innovazione e la futuribilità possono essere buone e lodevoli, ma non dovrebbero mai farsi iconoclaste. E questi adeguamenti liturgici sono veri e propri iconoclasmi. Anche se si è ferocemente progressisti, le opere antiche sono testimonianze del passato e del suo modo di essere: cancellare ciò che era rende fragile ciò che è, come ciò che sarà. E per affermarlo non serve essere cattolici.

2 commenti:

  1. If anyone knows when the holy family painting was placed in this church, and where it was before that (if it had another home) I would love to know.

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    1. I know now! Yay!
      http://www.abc.net.au/radio/hobart/programs/your-afternoon/grandpa-jesus-painting/9871418

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