Per questo motivo ritiene molto opportuna una diversione dall'architettura per recensire una giovane artista, le cui opere hanno molto colpito il suo occhio. Il suo pseudonimo è Iride e potete trovare le sue opere qui https://www.facebook.com/iride.artworks?fref=ts.
Iride, o Alessia, è una giovane pittrice di ventitré anni e una surfista; ama molto Alphonse Mucha e la pop art e gestisce con suo padre un "surf-pub" nel rione Monti chiamato "Il Bracolo", nel quale sono esposti diversi quadri: suoi e di altri artisti, a quanto mi risulta. E' inoltre parte dei 100 pittori di via Margutta.
Si forma in un contesto decisamente accademico come l'Accademia di Ripetta, ma poi sceglie di continuare come autodidatta. L'arte che produce è pertanto un interessante connubio tra il liberty e la pop art, con più di un riferimento alla fotografia e, per ciò stesso, alla contemporaneità.
Un quadro che compendia bene lo spirito eclettico di Iride è questo ritratto di "Fabrizia".
La giovane fanciulla è inequivocabilmente nostra contemporanea: lo dimostrano gli occhiali molto grandi, lo sguardo consapevole della propria femminilità, l'abbigliamento e l'acconciatura.
Tuttavia Fabrizia diventa un'icona atemporale nel momento in cui gli accenni di realismo iniziano a venir meno e Iride sceglie di ripiegare, come è prassi nel Liberty, sulla linea e sui colori accesi.
Ciò che, però, la conduce sulla strada del pop è la perdita di qualsivoglia traccia di ombreggiatura, come in Roy Lichtenstein, e la concentrazione sull'espressione: riducendo tutto a un discorso di linee e colori accesi, tra i quali spiccano i penetranti occhi azzurri della modella, riceviamo l'impressione di una ragazza tanto femminile quanto decisa.
Ad agevolare questo incontro, apparentemente fecondo, con il pop è l'uso del computer, come si può notare dall'acconciatura di Fabrizia. La mia è tuttavia un'ipotesi, purtroppo.
Il risultato finale è, a mio parere, efficace.
L'arte contemporanea, non mi vergogno a dirlo, mi risulta quasi completamente indifferente. Soprattutto nel contesto della nostra città. Iride, tuttavia, mi colpisce perché ha delle idee, e questo è molto interesse; ma non solo: ha anche una tecnica che, quando maturerà pienamente in un senso maggiormente personale, darà soddisfazioni enormi a tutti quanti. Si guardi per esempio questa tela in cui sono compendiati vari motivi, sia fotografici che liberty: l'effetto che se ne trae è di straniamento, quasi surrealista (anche se non credo fosse questa l'intenzione dell'autrice).
Molto spesso capita, o perlomeno pare che capiti, che lo stile dell'artista si leghi indissolubilmente con la sua vita.
Iride, come scrivevo all'inizio, è una surfista appassionata; e come ogni brava sportiva che si rispetti ha un atteggiamento, diretto e privo di artifici. Ama e vive la semplicità e in questo tempo straniante ha trovata la sua dimensione. Almeno apparentemente.
Una tale congiunzione tra pensiero e azione si traduce necessariamente in un compromesso fra le sue passioni, tra cui c'è senz'altro il liberty, e la realtà del nostro XXI secolo, che è il pop.
E questo, a mio avviso, rende la sua arte molto interessante e degna di essere seguita: non parliamo, infatti, di un'artista che copia, ma di una capace di rielaborare e di citare, anche se a un livello ancora molto embrionale, come è naturale che sia, data la sua giovane età.
Un ultimo aspetto che ritengo degno di approfondimento è la sua estrema capacità di adattarsi al design: tutte le immagini che ho mostrate finora, benché siano un timido accenno rispetto al suo corpus principale, rivelano un certo talento più per la decorazione che per l'illustrazione, la quale non esclude comunque la possibilità di disegnare gli esseri umani.
Quest'opera, che non mi sembra tuttavia di design, rivela una certa scioltezza nel trattare il colore e nell'interpretare il dato fotografico: come opere d'arte sulla falsariga della tradizione "da cavalletto" può essere incompleta, ma come ipotetico sotto-pentola o piatto diventa molto affascinante perché l'artista ha reso interessante, e ispirante (visto il sorriso), un oggetto di per sé insignificante.
Possiamo capire meglio il suo talento nel design in questa immagine:
Gli stilemi del liberty vengono riprodotti molto fedelmente, ma poi subiscono una decontestualizzazione tale da divenire semplici abbellimenti senza alcun significato se non quello di "arte per arte" e nell'insieme l'effetto decorativo è quasi impeccabile, oltreché evidentemente curato con attenzione.
Notevole è inoltre lo sforzo per rendere la calligrafia dell'epoca.
Quest'opera, pur non essendo pubblicitaria, mi colpisce per la capacità di riempire completamente e piacevolmente la superficie della tela e per la modella nel registro inferiore. Il suo sguardo penetrante e pienissimamente consapevole della sua sensualità femminea ci devono far capire che la modella è senz'altro ancora vivente. Notevole l'intreccio di ali di farfalla alla sua destra.
Invito i miei lettori a rivolgere un'ulteriore sguardo al dipinto perché i toni liberty qui sono meno marcati e ancor più forte emerge la pura autorialità di Iride, che rivela dei caratteri tipici come un particolare trattamento dei volti, che non riesco a discernere se sia figlio di una scelta espressionistica o di una negligenza. Lo ammetto.
Volendo concludere l'intervento, mi sia concesso di trattare questo delizioso dipinto chiamato "La danse de l'amour", ossia "La danza dell'amore": due amanti si baciano in ginocchio sotto a un lampione in abiti antichi; una donna, evidentemente moderna (si guardi al costume da bagno), si libra nell'aria dopo aver saltato; un'altra tiene tra le mani la luna. Al di sotto si estende la città, o così mi pare, avvolta dalle tenebre.
Anche qui siamo di fronte a un'immagine composta, anche qui la sensazione che ci troviamo a provare è di straniamento, anche qui l'artista si concede timidi accenni di surrealismo, anche qui il pop ha il suo buon ruolo.
Di vero pregio è soprattutto la figura femminile in primo piano: si noti la bella articolazione del suo corpo, anche se forse il bacino appare un po' troppo abbreviato, soprattutto nel rappresentare le gambe. La modella è una donna, ma qui è pura fisicità, quasi come se fosse il suo corpo in funzione dell'espressione del salto e non viceversa. E se questo non bastasse, provvedono quei fiori bianchi allungati oltremodo sullo sfondo a enfatizzare, riecheggiandolo, il movimento della giovane modella-bagnante. In un certo qual modo, infatti, la curva della sua schiena riecheggia quella dello stelo dei fiori.
Conclusione.
Se la giovane Iride continuerà a sviluppare la sua tecnica, liberandosi dalle eccessive stilizzazioni, non dimenticando mai la sua predisposizione per il design e maturando un tocco più sensuale e personale, possiamo star certi che la sua, progressivamente, potrebbe diventare un'arte interessante e degna di essere presa davvero in considerazione.
Ma per arrivarci dovrà davvero tanto studiare e lavorare: non perché sia scarsa, ma perché il cammino per diventare un artista completo e "serio" è davvero lungo, soprattutto quando si opera in un campo come il figurativo, ove già è stato detto quasi tutto, e ancor di più quando si lavora nel liberty, che è uno stile legato a una determinata contingenza storica.
Cionondimeno, al momento l'artista è senz'altro da tenere d'occhio e da lodare per la sua originalità e la sua promettente tecnica: spero che ci riservi ancora altre opere.
Spero che sia risultato un intervento interessante e se vi è piaciuto fatemelo sapere: cercherò, dunque, nel tempo libero, tra una sessione e un'altra, altri pittori.